Flavia Franceschini

"En-pathos" -  elaborazione grafica, lucido e plexiglass, cm.100x42



                                                                               

 http://insideart.eu/2014/06/11/una-mostra-alla-cameda-dei-deputati-per-ricordare-enrico-berlinguer/
















Tg3 Piemonte sulla Mostra a Torino, al minuto 16


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“E’ una storia ancora tutta da fissare quella di Ferrara, che vedeva ambulare per le sue strade rossettiane talenti di stregonesca inventiva (…) fatta di sogni ad occhi aperti.”
G.A. Cibotto



        
          


                                         Flavia Franceschini  e  Paolo Volta portano a Ca’ Cornera  
                                         un  omaggio a Ferrara
   

a cura di Laura Gavioli
Inaugurazione domenica 18 maggio, ore 17,30

Interviene  Riccardo  Rimondi   autore del volume : Estensi – storia e leggende, di una dinastia millenaria”


Questa mostra si muove  sulle tracce di Gian Antonio Cibotto, poeta e narratore a noi caro, per divenire un omaggio a Ferrara “città delle sorprese”.
L’esposizione, a cura di Laura Gavioli, mette in evidenza attraverso le opere di Flavia Franceschini e Paolo Volta, entrambi ferraresi, la matrice ‘fantastica’ della loro ricerca, determinata da una     effettiva appartenenza a questa città e ai suoi luoghi.
L’elemento comune di questi artisti fa riferimento a una interpretazione della realtà che va ben oltre la percezione visiva, per addentrarsi negli spazi dell’invenzione, del sogno e della fantasia.
Una Ferrara di oggi raccontata con opere mai esposte fino ad ora al pubblico.
A coglierci, appena entrati, è una emozione inaspettata. Paesaggi sospesi tra il reale e il visionario, creature mitiche a metà tra ninfe e sirene, architetture che si fanno teatro di stranianti giochi spaziali, citazioni letterarie e anche cinematografiche, lontane memorie trasformate in forme fantasiose.








18 Maggio – 20 luglio 2014
Ca’ Cornera, Stazione di sosta nel delta del Po
Località Ca’ Cornera, 3 – Porto Viro
ingresso libero – info: tel. 0426 325457 – 348 7157940
www.cacorneradeltapo.it








                             Flavia Franceschini e Paolo Volta
                             portano a Cà Cornera
                             un omaggio a Ferrara 



Tutti sappiamo guardare un paesaggio, ma la domanda è: per vedere che cosa?

Paolo Volta guarda con occhio professionale, da
maestro d'arte, coinvolto dalla natura, ma subito incuriosito dai segni importanti che la natura e gli edifici impongono alla nostra valutazione. Lui, uomo di architettura e di arte, registra il senso misterioso dei vecchi complessi industriali dando vita a disegni e dipinti originali dove il colore prende il sopravvento e si impone per qualità e per timbro recuperando alla fine un'immagine stagliata e definitiva, ma perfetta nel restituire all'osservatore una visione nel senso più ampio del termine, cioè una solitudine delle forme essenziali che ci colpisce e ci ricollega all'esperienza metafisica. Paolo ha conosciuto direttamente il fascino della realtà sospesa, non solo come fenomeno naturale delle magiche nebbie d'Autunno, ma crescendo da bambino in familiarità con il pittore Antenore Magri, sensibile ultimo maestro delle apparizioni metafisiche ferraresi.
Al suo occhio per l'architettura non sfugge la bellezza semplice delle case di
Via Borgo di Sotto o di Via del Carbone, e gli elementi architettonici, come le paraste o lesene, che scandiscono gli angoli dei palazzi tra due vie, così come la solenne architettura dei fienili, delle vecchie fabbriche e dei dismessi edifici industriali che tanto qualificano la nostra campagna piatta. Particolarmente suggestivo lo scorcio notturno di Via Zemola, sempre inseguendo siti se
greti e defilati... 








                                       
      


                              recensione mostra :  










 




Flavia Franceschini muove la sua ricerca sulle orme di Borso d'Este (1413-1471), duca di Modena, Reggio e Ferrara, nonché conte di Rovigo, del quale l'anno scorso non si è celebrato il sesto centenario dalla nascita.
Nel 1469 Borso commissionò per il Palazzo Schifanoia, finalmente completato, il famoso ciclo di affreschi del Salone dei Mesi, stimolo continuo alla creatività di Flavia che sente il richiamo immaginifico del contesto evocato dalle bellissime pitture e lascia emergere il suo talento per la scenografia creando una rievocazione plastica delle scene relative al corteo ducale a cavallo e ad altri momenti della piacevole vita di corte. Il rilievo dei fondali è molto sottile, quasi bianco, modellato con leggeri interventi della mano. L'accostamento delle parti è suggestivo e può creare nell'osservatore uno straniamento capace di rammentare quell'incertezza del tempo e dell'ora che è il riferimento fisico, atmosferico, oltre che letterario ed artistico, di Ferrara. Il fascino di una realtà immersa nel mito è particolarmente importante per l'artista che ha scolpito una grande scultura in legno e una serie di piccoli lavori che richiamano la magia del Po e delle sue fantastiche figure femminili cantate dai poeti: Vaghe Ninfe del Po, Ninfe sorelle, ... (T. Tasso, Canzone XXX).

Il lavoro di Flavia è complesso; ma non può sfuggire all'attenzione di chi l'osserva il valore che lei dedica alla fotografia. L'occasione è venuta dalle celebrazioni per il centenario della nascita di Michelangelo Antonioni: bisogna guardare con attenzione le tre fotografie in mostra che concentrano con notevole intensità la poetica del grandissimo artista.

 Laura Gavioli 

 Maggio 2014


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UNA COLLEZIONE FERRARESE

Divagazioni su un mito nel centenario di Michelangelo Buonarroti

 A cura di  Lucio Scardino

Ferrara, Castello Estense

Camerini del Principe

29 aprile – 18 maggio 2014



 Dal catalogo edito da Liberty House:

"La testa di Casa Buonarroti (con il suo icastico e indimenticabile doppio profilo) protagonista nel 2013 dell’iniziativa espositiva di Casavatore, significativamente denominata Il Rinascimento contro le mafie, è anche al centro della composizione plastica della scultrice ferrarese Flavia Franceschini, che dalle iniziali opere lignee ispirate alle suggestioni di Ceroli o al tuttotondo di Attardi, è passata ad un più versatile modellazione.
L’argilla fa aggettare la testa su un supporto di stoffa e in un altro su plexiglass, ricavata con gran senso poetico da una sorta di matrice, calco e ricalco che ulteriormente rilegge e seziona la testa di Antonio Mini trasformata in Leda dal suo maestro per incarico del duca di Ferrara.
“Si può scherzare su Michelangelo?” è la domanda che all’inizio del film Monuments Men un personaggio pone al protagonista (nonchè regista) George Clooney: “Ebbene, sì”, e senza dover arrivare alla dissacrazione, ma mantenendone intatti ammirazione e rispetto, come hanno fatto nei decenni scorsi Giulio Paolini o Tano Festa e adesso fa la Franceschini nella sua duplice, diafana, fantasiosa liricheggiante “installazione”, che prende il titolo da un verso dello stesso Michelangelo."

  Lucio Scardino


 
"Tanto più splende quant’è più offesa"  (2014)

dittico:
tecnica mista su plexiglass, cm 55x50x7,
tecnica mista su tela, cm 65x45x7.
        
                                                                                
              

“Come fiamma più cresce più contesa dal vento, ogni virtù, che il cielo esalta, tanto più splende quant'è più offesa.”

Michelangelo Buonarroti 



     



                                  Questa opera è stata segnalata al premio Niccolini 2016






                                                                                


http://www.listonemag.it/evento/la-leda-perduta/


http://www.estense.com/?p=379865 









x edizione 2015


Le varie fasi della creazione dell'opera:
 

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