Posted by Flavia Franceschini
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“E’ una storia ancora tutta da fissare quella di Ferrara, che
vedeva ambulare per le sue strade rossettiane talenti di stregonesca
inventiva (…) fatta di sogni ad occhi aperti.”
G.A. Cibotto
Flavia Franceschini e Paolo
Volta portano a Ca’ Cornera
un omaggio a Ferrara
a cura di Laura Gavioli
Inaugurazione domenica 18
maggio, ore 17,30
Interviene Riccardo
Rimondi autore del volume : “Estensi – storia e leggende, di una dinastia millenaria”
Questa mostra si muove sulle tracce di Gian Antonio Cibotto,
poeta e narratore a noi caro, per divenire un omaggio a Ferrara “città delle
sorprese”.
L’esposizione, a cura di
Laura Gavioli, mette in evidenza attraverso le opere di Flavia Franceschini e
Paolo Volta, entrambi ferraresi, la matrice ‘fantastica’ della loro ricerca,
determinata da una effettiva appartenenza a questa
città e ai suoi luoghi.
L’elemento comune di questi
artisti fa riferimento a una interpretazione della realtà che va ben oltre la
percezione visiva, per addentrarsi negli spazi dell’invenzione, del sogno e
della fantasia.
Una Ferrara di oggi
raccontata con opere mai esposte fino ad ora al pubblico.
A coglierci, appena
entrati, è una emozione inaspettata. Paesaggi sospesi tra il reale e il
visionario, creature mitiche a metà tra ninfe e sirene, architetture che si
fanno teatro di stranianti giochi spaziali, citazioni letterarie e anche
cinematografiche, lontane memorie trasformate in forme fantasiose.
18 Maggio – 20 luglio 2014
Ca’ Cornera, Stazione di sosta nel delta del Po
Località Ca’ Cornera, 3 –
Porto Viro
ingresso libero – info:
tel. 0426 325457 – 348 7157940
www.cacorneradeltapo.it
Flavia Franceschini e Paolo Volta
portano a Cà Cornera
un omaggio a Ferrara
Tutti sappiamo guardare un paesaggio, ma la domanda è: per vedere che cosa?
Paolo Volta guarda con occhio professionale, da maestro d'arte, coinvolto dalla natura, ma
subito incuriosito dai segni importanti che la natura e gli edifici impongono alla nostra
valutazione. Lui, uomo di architettura e di arte, registra il senso misterioso dei vecchi
complessi industriali dando vita a disegni e dipinti originali dove il colore prende il
sopravvento e si impone per qualità e per timbro recuperando alla fine un'immagine
stagliata e definitiva, ma perfetta nel restituire all'osservatore una visione nel senso più
ampio del termine, cioè una solitudine delle forme essenziali che ci colpisce e ci ricollega
all'esperienza metafisica. Paolo ha conosciuto direttamente il fascino della realtà sospesa,
non solo come fenomeno naturale delle magiche nebbie d'Autunno, ma crescendo da
bambino in familiarità con il pittore Antenore Magri, sensibile ultimo maestro delle
apparizioni metafisiche ferraresi.
Al suo occhio per l'architettura non sfugge la bellezza semplice delle case di Via Borgo di
Sotto o di Via del Carbone, e gli elementi architettonici, come le paraste o lesene, che
scandiscono gli angoli dei palazzi tra due vie, così come la solenne architettura dei fienili,
delle vecchie fabbriche e dei dismessi edifici industriali che tanto qualificano la nostra
campagna piatta. Particolarmente suggestivo lo scorcio notturno di Via Zemola, sempre
inseguendo siti segreti e defilati...
recensione mostra :
Flavia Franceschini muove la sua ricerca sulle orme di Borso d'Este (1413-1471), duca di
Modena, Reggio e Ferrara, nonché conte di Rovigo, del quale l'anno scorso non si è
celebrato il sesto centenario dalla nascita.
Nel 1469 Borso commissionò per il Palazzo Schifanoia, finalmente completato, il famoso
ciclo di affreschi del Salone dei Mesi, stimolo continuo alla creatività di Flavia che sente il
richiamo immaginifico del contesto evocato dalle bellissime pitture e lascia emergere il suo
talento per la scenografia creando una rievocazione plastica delle scene relative al corteo
ducale a cavallo e ad altri momenti della piacevole vita di corte. Il rilievo dei fondali è
molto sottile, quasi bianco, modellato con leggeri interventi della mano. L'accostamento
delle parti è suggestivo e può creare nell'osservatore uno straniamento capace di rammentare
quell'incertezza del tempo e dell'ora che è il riferimento fisico, atmosferico, oltre che
letterario ed artistico, di Ferrara. Il fascino di una realtà immersa nel mito è particolarmente
importante per l'artista che ha scolpito una grande scultura in legno e una serie di piccoli
lavori che richiamano la magia del Po e delle sue fantastiche figure femminili cantate dai
poeti: Vaghe Ninfe del Po, Ninfe sorelle, ... (T. Tasso, Canzone XXX).
Il lavoro di Flavia è complesso; ma non può sfuggire all'attenzione di chi l'osserva il valore
che lei dedica alla fotografia. L'occasione è venuta dalle celebrazioni per il centenario della
nascita di Michelangelo Antonioni: bisogna guardare con attenzione le tre fotografie in
mostra che concentrano con notevole intensità la poetica del grandissimo artista.
Laura Gavioli
Maggio 2014
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