Flavia Franceschini

Note




Flavia Franceschini nasce a Ferrara l'8 luglio 1955 e vive nella sua città in via Borgo di Sotto, 22.

Dopo aver frequentato il corso di laurea D.A.M.S, sezione arte, a Bologna, consegue nel 1980, il diploma di ebanista-intagliatore nel corso biennale di intaglio e restauro del legno, organizzato dalla Regione Emilia-Romagna.

Incomincia un'intensa attività di scultrice, aprendo una bottega-laboratorio nel centro storico a Ferrara.

Partecipa a numerosi concorsi-simposi di scultura a Cortina d'Ampezzo, Asiago, Auronzo e Madonna di Campiglio e a mostre collettive e personali  in Italia e all'estero.

Nel 1984 organizza, con l'Assessorato alla Cultura, la manifestazione "L'Orlando di legno, ovvero il laboratorio furioso" che ha avuto luogo in Piazza Municipale, sotto gli occhi curiosi e ammirati dei ferraresi.

Dalla scultura , alla pittura,alla scenografia teatrale,il suo  interesse si è, negli ultimi anni, esteso alle tecniche calcografiche ed infine ad elaborazioni digitali inerenti fotografia e video, intesi come mezzi espressivi ed arti visive

Ora, il suo studio è in via Carmelino, nel cuore medievale e silenzioso di Ferrara.



Di lei hanno scritto:

"Nella serie di opere di periodi diversi che costituiscono il suo animato curricolo,l'artista ferrarese propone un filo rosso di continuità. All'interno della ricerca che da anni sta compiendo,pittura,scenografia,decorazione ,scultura,calcografia delineano nuovi territori in cui diventa possibile movimentare ed esaltare le forme delle figure che si iscrivono nella magia della vita che vive.

La bidimensionalità del supporto viene scavalcata da apporti di scagliola e dall'inserimento dei materiali più vari. Sono alla fine le sue opere come bassorilievi bloccati durante un processo di produzione/mutazione che ricorda i procedimenti degli alchimisti.

E' l'amore che l'artista porta per la materia a condurla a studiarne i transiti di stato. E' la passione infinita che ha nei confronti delle grandi domande dell'essere nel mondo che la fa mettere in ascolto di tante voci interiori ,la sua e quella degli altri.

In modo particolare è il fascino della femminilità che viene colto ,indagato,giocato in tutte le possibili variabili archetipiche. Flavia realizza un mondo di arcane follie e di struggente sapienza,abitato da figure volanti,da divinità lunari,da varianti assiro-babilonesi di divinità greche e molto altro ancora.

Quello che affascina maggiormente nella sua arte è però il gioco sapiente del trattamento della materia e del colore. Le iridescenze delle cromie sono appena accennate,tanto da svelare la trama della materia sottostante. I legni di cirmolo ,di tiglio,i rialzi di scagliola sono impreziositi da velature leggere,insistite di quel tanto che basta a far cantare i toni ed a creare un effetto di indomabile vitalità."

Gianni Cerioli
Dal catalogo della mostra : "L'Arte per l'Arte"
a cura di Renzo Melotti e Gianni Cerioli
Museo Magi 900- Pieve di Cento (Bo) - dicembre 2012-gennaio 2013 


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Sculture per una poesia:
le  “Diafane presenze” di Flavia Franceschini

" L’idea di modellare delle sculture in funzione o come interpretazione di un testo poetico non ha molti esempi nella storia dell’arte di questi nostri  tempi.

Capita invece che succeda il contrario:  poesie dedicate o ispirate a opere d’arte  (chi non ricorda, per stare ai nostri secoli, il Quasimodo della poesia dedicata a Ilaria del Carretto raffigurata da Jacopo della Quercia nella cattedrale di San Martino a Lucca?).

Ebbene, a  questa idea che ritengo bellissima e affascinante,  si è dedicata Flavia Franceschini interpretando con sue opere una poesia di suo Padre, Giorgio, uomo politico, storico e, in  segreto (lo abbiamo scoperto da poco) poeta raffinato attento ai ritmi bassaniani.

L’occasione per questa performance è stata la inaugurazione di un nuovo luogo di incontri in via Borgo dei Leoni a Ferrara, per la quale era programmata la presenza di una mostra importante.

Le sollecitazioni convinte di un gallerista storico nella Ferrara di questi anni, Paolo Volta e di  sua moglie Lucia, hanno convinto Flavia a cimentarsi a condizione di poter lavorare sui temi e sulle suggestioni di versi paterni.  Ha scelto quelli della poesia “Mito di Eco e Narciso” dal libro: “Venti Poesie”.

Quando penso ai costosissimi burattini di Cattelan, alle montagne di sale (finte) di Paladino con i suoi cavallini straniti, mi viene un gran desiderio di guardare una “natura silente” (Giorgio de Chirico) di Morandi, (la sua mostra a Lugano è un capolavoro dove si è annientati dal silenzio di quelle immagini) o di accarezzare, nei miei ambiti, una “Pietà” di Annibale Zucchini e, attraverso gli occhi, ossigenarmi la mente.

Ecco, le sculture di Flavia, e non solo quelle del ciclo “Diafane presenze” che sto commentando, sono ossigeno, ossigeno vero per la mente e qui è il segreto del loro fascino.

I titoli sono versi della poesia ma anche così isolati accendono suggestioni che l’artista ha colto con timore e tremore modellando con tecniche tutte inventate le sue immagini.

“E si amò in te”, “Ti vide su molli prati vagare nell’attesa”, “Chiese di piangere sulla bellezza” nominano alcune opere.  La capacità di dare forma e consistenza affettuosa a quelle parole è stata la scommessa di Flavia , la quale con la fantasia concreta che da sempre segna il suo lavoro, fantasia che le consente di modellare il legno come se fosse cera e di atteggiare figure secondo moduli che si rifanno a risonanze liberty liberamente interpretate,  ha affrontato il tema innovando completamente le sue consolidate tecniche operative e ha scoperto la stoffa, il gesso, la seta pura, le resine, il filo di nylon.

La carica segreta dell’affetto e del ricordo che quei versi hanno provocato l’hanno condotta ad una tensione operativa dove la politezza del suo operare si è trasformata e caricata di altre valenze formali: dalla scultura come “levare” che Flavia ha sempre praticato, al bisogno di arrivare in un momento alto della invenzione, all’”aggiungere”, all’”accumulare” in funzione poetica  come nuova frontiera del suo lavoro."

Carlo  Bassi
“Diafane presenze” -  2012


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"Se non fosse per la freschezza e la spontaneità con cui Flavia Franceschini ti incanta quando descrive e ti illustra le 'cose ' che ha fatto o che sta facendo per cui ti diverti ad ascoltarla e ogni 'cosa seria' che ti mostra diventa pretesto per ricordi, letture, musiche e , alla fine, per un sorriso; se non fosse per questa gioia leggera che accarezza ogni sua opera e toglie peso alla sua consistenza fisica trasformando tutto in forme fluenti, volanti che alludono e giocano con ombre e con cerchi magici e si muovono su sogni bianchi di deserti e di marine; se non fosse per tutto questo che sollecita ad un attento e raffinato godimento intellettuale al di là di ogni storia o stile o ideologia; se non fosse per tutto questo, dicevo, il complesso di questa ultima fase del suo lavoro dovrebbe avere un ben altro codice di lettura una ben concreta collocazione storica nel panorama della cultura figurativa degli artisti di questi anni a Ferrara. Infatti tutto pare essere un avvenimento anomalo rispetto alla temperie corrente pittorico-scultorea che le mostre celebrano e vanno proponendoci. È anomalo perché non il risultato di elaborazione di una qualche avanguardia come succede sovente, ma il proseguimento leggero, felice, disincantato di modi e di immagini che costellano i soffitti e le pareti di certi palazzi ferraresi sconosciuti ai più, dovuti alla mano di maestri come Felice Giani o Giuseppe Santi, maestri giacobini, come li definisce Claudio Savonuzzi nel suo bellissimo 'Ottocento ferrarese', con ascendenze francesizzanti. Una eleganza formale in queste opere quasi settecentesca dunque, che si collega e si salda con il 'culto della linea' dell'Art Nouveau. Sembrano risuonare in queste opere parole come "la bellezza di una linea curva è tanto maggiore quanto complesse paiono essere le sue origini" o " ci deve essere una continuità piena di grazia tra una curva e quella successiva" un gioco di fluenze, dunque, flessibili ed energiche che interpretano e definiscono la forma. Queste parole le ha scritte all'inizio del '900 Christopher Dresser teorico e studioso del Simbolismo. E queste fluenze alla fine si compongono in cerchi che traggono dal Mandala (una delle simbologie forti del pensiero orientale) il senso di dove nasce il tutto e dal movimento rotante dei Dervisci danzanti l'accezione sacra alla unione con l'infinito divino. Costantemente al centro come oggetto a reazione poetica il corpo femminile che si pone come provocatore di queste fluenze e diventa il paradigma della vita. Se non fosse per la 'leggerezza' (nella accezione di Italo Calvino) e per il sorriso con cui Flavia Franceschini accompagna queste opere che ci tolgono ogni soggezione e ci invitano ad un sottile divertimento, sarebbe il caso di dedicare ad esse un'attenzione critica attenta e sapiente. Ma intanto cominciamo a godercele."

Carlo Bassi
Introduzione al catalogo "Come mandala segreti danzanti" - 2004


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SELECTED SOLO AND GROUP ART EXIBITIONS

2013  -  “La pianura incantata - nel respiro di Michelangelo” -

               Studio di scultura Flavia Franceschini – Ferrara

2012  -  “Diafane Presenze“  - Alchimia  – Ferrara

2007  -  “En L’air – Corpi sospesi”  - Libreria Galleria La Carmelina  - Ferrara

2004  -  “Come Mandala Segreti Danzanti“ - Galleria del Carbone - Ferrara

2012  - “Made in Ferrara” - Terry May Home Gallery

2012  -  Mostra collettiva di arte contemporanea e design

              Liassidi Palace Hotel  - Venezia

2011  -  “Made in Italy “ –Terry May Home Gallery – Ferrara

2011  - “Il borgo rurale, la campagna ferrarese”- Fondazione Navarra –Ferrara

2010  - “La Porta riparte“ –Porta degli Angeli – Ferrara

2010  - “Il cielo alla rovescia – Il cielo in scatola”- Casa Virgilio Ariosto -

              Stellata  ( Ferrara)

2009  - “Per inciso“ - Galleria La Carmelina

2009  - “Il cielo in scatola-Omaggio a Galileo”- Galleria la Carmelina -

             Studio Flavia Franceschini – Ferrara

2009  - “Arte per Emergency “- Galleria del Carbone - Ferrara

2008  - “Anch’io Pinocchio” – Rocca di Cento

2007  -  “Tre disegni e una torta “ Galleria del Carbone - Ferrara

2005  - "L'una accanto all'altra le reti"- Teatro di Badia Polesine

1991  - "Terra e acqua"- Artiste ferraresi - Mosca, Kiev, Leningrado

1991  - "Grenzpunkt- L'effimero nell'arte “ – Ferrara

1990  - "L'apprendista e l'artista" – Grotte Boldini – Ferrara

1990  - "Per Isabella"  - Castello di Mantova

1987  - "Otto scultori italiani" - Centro di scultura - Kemijarvi (Finlandia)

1987  - "Per Schifanoia - Esercitazioni d'arte su un mito ferrarese"-

             Castello Estense - Ferrara

1985  -  Premio "G. Cattabriga" - Bondeno (Ferrara)

            (segnalazione di Vittorio Sgarbi,Remo Brindisi,Franco Farina)

1985  - Fédération internationale culturelle feminine -

             Scuola grande di San Giovanni Evangelista - Venezia

1981 - "Espressioni" – Ridotto del Teatro Boldini – Ferrara